SAN SIRO: L’ALTERNATIVA

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Il dibattito su San Siro, da anni tiene banco a Milano, insieme alla proposta di Riapertura dei Navigli. Due dei tre capisaldi della gestione di una Giunta Comunale guidata da Giuseppe Sala, il terzo è lo skyline meneghino direi compiuto e ancora ongoing.

Su San Siro va detto che si poteva anche compiere una curva invece di andare dritti, peraltro in due sensi opposti. Dunque, è mancato il coraggio di cercare una convergenza sul destino di un’icona milanese oggi destinata a rudere.

L’idea di pensare in modo miliare che ci sia solo il calcio come destinazione d’uso, dunque o il calcio o niente, porta necessariamente verso due opzioni: o San Siro o un altro stadio, escludendo la coesistenza di due strutture di cui una ex-novo e l’altra rigenerata anche con cambio di destinazione d’uso.

Su questa terza possibilità che oggi non è una opzione, va detto che ci potrebbe essere una possibilità di destinare San Siro al Basket e alle attività concertistiche ma anche espositive. L’idea di avere al posto del campo un Palasport, dunque al piano calpestio, e dal top del Palasport, un piano rialzato, supponiamo del secondo anello, un ambiente open per concerti e altre iniziative, fino ad un area espositiva, avrebbe la valenza di una opera innovativa e visionaria degna di una Milano fucina d’innovazione e intraprendenza. Ciò presuppone un investimento che potrebbe anche essere ad appannaggio di un player privato, interessato ad uno straordinario piano di riutilizzo. Questa vision, darebbe all’Olimpia Milano un iconico Palasport San Siro, e ai milanesi un incredibile monumento architettonico, modello di riutilizzo e di rispetto dell’ambiente oltre che volano straordinario economico per il quartiere.

Una bozza di progetto, la presentiamo ai milanesi, come contributo pro-bono a favore dell’impronta carbonica quasi insostenibile se si pensasse alla demolizione di milioni di kg di cemento armato e calce struzzo, oltre alla rimozione di tonnellate di ferro e materiali vari. Un impegno dal punto di vista ambientale insostenibile in una Milano fortemente impegnata nel ridurre l’inquinamento da polveri sottili e pesanti.

Il Palasport potrebbe essere con struttura in metallo e vetro, sul modello del Centro Pompidou de Paris (Renzo Piano), mentre la parte superiore, sempre con struttura il acciaio, potrebbe unire l’attuale anello al top del Palasport, ricongiungendo la struttura ex- stadio con la nuova struttura, sul quale piano sviluppare la seconda area polivalente, disgiunta dalla prima anche a livello di accessibilità.

Infatti, per la parte superiore, resterebbero le attuali rampe, mentre per l’accesso al Palasport, si interverrebbe a piano calpestio con tunnel d’ingresso stile Colosseo, fino ad entrare direttamente nei vari settori a gradinata, affacciati sul campo da Basket.

Questa struttura, se pensata con il concetto di assetto variabile, ad esempio sullo stile del Pala-Isosaki di Torino, oggi PalaAlpitour, struttura polifunzionale avente le gradinate basculanti, dunque, configurabili secondo la bisogna, può essere anche utilizzato per iniziative ricreative come concerti indoor.

Questo pensare divergente, anche coraggioso, avrebbe davvero una valenza innovativa per una Milano che pensa ma tutto sommato senza una vera genialità.

La bozza di progetto, visionata anche dall’architetto; Prof. Emilio Battisti, è disponibile per chi volesse visionarla, basta scrivere a Confederazione Cittadinanza Consepevole.

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